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Il 31 gennaio 2019 è entrata in vigore la Legge n. 3/2019, meglio conosciuta come Legge “spazzacorrotti”, che contenente misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione nonché in materia di prescrizione del reato e di trasparenza dei partiti e dei movimenti politici. Oltre ad introdurre il regime di procedibilità d’ufficio per i reati di corruzione tra privati, la Legge prevede significative modifiche di disposizioni del Codice Penale, del Codice di Procedura Penale e di alcune leggi speciali. Tra queste, la novella legislativa introduce rilevanti novità in materia di responsabilità degli enti prevista dal D. Lgs 231/01 con la necessità pertanto di adeguare i Modelli Organizzativi.
In particolare, La legge prevede le modifiche al reato di traffico di influenze illecite ed il suo inserimento tra i reati presupposto "231”. Inoltre, In relazione ai reati di corruzione contro la Pubblica Amministrazione, la Legge estende la durata delle sanzioni interdittive nei confronti dell’ente. Per contemperare l’inasprimento delle sanzioni interdittive, la Legge prevede che l’aumento non si applichi qualora l’ente, prima della sentenza di condanna di primo grado, si adoperi per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove del reato, per l’individuazione dei responsabili, ovvero per il sequestro delle somme o delle altre utilità trasferite ed elimini le carenze organizzative che hanno determinato il reato, mediante l’adozione e l’attuazione di Modelli organizzativi (“Modello 231” or Compliance Program) idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi.
Fase 1: Accertarsi che le politiche e procedure in essere siano in linea con le disposizioni contenute nella Legge Anticorruzione e che vengano comunicate in modo efficace ai dipendenti e da questi sottoscritte.
Fase 2: Offrire molteplici metodi di segnalazione, inclusa una hotline per la conformità, per mettere i dipendenti nelle condizioni di identificare e segnalare potenziali violazioni.
Fase 3: Far seguire all'intera forza lavoro dei corsi di formazione efficaci contro la corruzione e mettere a punto un solido programma pluriennale per i dipendenti che occupano posizioni ad alto rischio di corruzione.
Fase 4: Adottare un sistema di gestione del rischio di terzi trasparente che consenta di allineare la catena di fornitura alle norme anticorruzione interne.
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